Arci Jesi-Fabriano


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Dal 7 al 10 giugno il XVII Congresso nazionale dell’Arci

Agire contro le paure per liberarsene

L’Arci nell’Italia che cambia

Il programma del XVII Congresso nazionale – Pescara, 7/10 giugno 2018

Un milione di soci e socie, 4401 circoli17 comitati regionali105 comitati provinciali: sono questi i numeri dell’Arci, la più grande associazione culturale italiana di promozione sociale che terrà il suo XVII Congresso nazionale dal 7 al 10 giugno a Pescara.

Dal 1957, anno della sua fondazione, l’associazione, radicata su tutto il territorio nazionale, è impegnata sui temi della cultura, della formazione, della pace, dei diritti, dell’accoglienza, del welfare, della legalità democratica, del tempo liberato.

“Agire contro le paure per liberarsene” è il tema centrale di questo appuntamento, nella convinzione che per esorcizzare la solitudine e le paure che caratterizzano questo nostro tempo carico di difficoltà e incertezze, segnato da una profonda crisi sociale, culturale e democratica, siano indispensabili più cultura e solidarietà.

Sono 530 i delegati e le delegate chiamati a portare il loro contributo nei quattro giorni del congresso, ma tante e tanti sono anche gli/le ospiti esterni/e che parteciperanno alla nostra assise.

Giovedì 7 alle 15 i lavori saranno aperti dal presidente di Arci Pescara Valerio Antonio Tiberio. Seguiranno, tra gli altri, i saluti del sindaco di Pescara Marco Alessandrini e del Vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.

Alle 16 è prevista la relazione della Presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci e dalle 17 gli interventi di Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi e dell’ambasciatrice dello stato di Palestina Mai Alkaila, che aprirà l’approfondimento dedicato ai popoli che lottano per l’indipendenza e i diritti, con la partecipazione di Ozlem Tanrikulu (Presidente Uiki – Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia), Fatima Mahfud (Fronte Polisario) e Yaya Traorè, rifugiato maliano.

Ci sarà inoltre una Tavola rotonda con i presidente della associazioni che fanno parte della Federazione Arci e l’intervento del Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà.

Chiuderà la giornata una serata di musica brasiliana dedicata all’ex presidente Lula, con l’intervento di Clarice Coppetti, militante del PT e del Comitato italiano Lula Livree.

Venerdì 8, oltre ai delegati, interverranno in mattinata Roberto Gatti (Proactiva Open Arms) e Carlo Greppi (associazione Deina).

Nel pomeriggio gli ospiti esterni saranno JanRobert Suisser (Vicepresidente Forum Civico Europeo), Luigi Manconi (direttore Unar), Marta Lempart (esponente Sciopero delle donne polacche), Raffaella Palladino (Donne in rete contro la violenza), Giammarco Manfreda (Udu e Rete degli studenti), Ugo Biggeri(Presidente Banca Etica), Leonardo Fiorentini (Forum droghe).

Sabato 9, in mattinata gli ospiti esterni che interverranno sono Claudia Fiaschi(Portavoce Forum nazionale Terzo Settore), Chiara Saraceno (sociologa), Don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Susanna Camusso (Segretaria generale Cgil), Marwa Mahmoud (#italianisenzacittadinanza).

Nel pomeriggio gli ospiti saranno Max Collini (Offlaga Disco Pax), Leonard Mazzone (Rete imprese recuperate), Leonardo Bianchi (giornalista e blogger), Maurizio Martina (reggente PD), Nicola Fratoianni (Segretario nazionale SI), Rudra Bianzino, Giacomo Cossu (Portavoce nazionale Rete della Conoscenza), Lorenzo Cinatti (Scuola di musica di Fiesole), Conny Reuter (Segretario generale Solidar), Stefano Cristante (docente Università del Salento).

Domenica, infine, a chiusura dei lavori, i delegati saranno chiamati a votare i documenti congressuali e gli organismi dirigenti.

Info: www.arci.it

 


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Arci Jesi-Fabriano aderisce alla Staffetta della Memoria 2015: il programma

arcijesifabriano on Instagram at 10.09.18Arci Jesi-Fabriano aderisce anche quest’anno, insieme ad Arci Pesaro e ad Arci Marche, alla manifestazione “In bicicletta sulla Linea Gotica – La Staffetta delle Memoria”, che a partire dal 2011 si svolge ogni anno dal 25 Aprile al 1° Maggio: un percorso in bicicletta arricchito da escursioni a piedi e da numerosi incontri con scuole, associazioni, musei ed enti locali, immersi nelle memorie della guerra di liberazione e nei paesaggi dell’Appennino del centro Italia, ripercorrendo il tracciato storico della Linea Gotica, a cavallo delle province di Massa, Lucca, Pistoia, Firenze, Bologna, Ravenna, Forlì, Arezzo, Rimini, Pesaro.

La prima pedalata è prevista la mattina del 25 aprile a Montignoso (Massa), mentre l’ultima si concluderà, dopo circa 400 km sui pedali, il 1° maggio al parco Miralfiore di Pesaro. Dai valori della Resistenza a quelli del lavoro, unendo in un unico itinerario i principi ispiratori della Costituzione della Repubblica Italiana.

arcijesifabriano on Instagram at 10.10.10La manifestazione è promossa dalla cooperativa sociale Costess di Jesi ed è sostenuta dal patrocinio di numerose associazioni, tra cui Libera, diverse sezioni dell’Anpi, pro loco ed enti locali delle zone attraversate, e si articola anche nel corso dell’anno con diverse altre attività che coinvolgono scuole, prevedono eventi e hanno inoltre un punto di riferimento importante nel Parco Storico della Linea Gotica di Badia Tedalda (Arezzo), che ha preso il via proprio grazie alla Staffetta della Memoria, con la collaborazione attiva in primo luogo della Pro Loco della zona.

Sulla manifestazione è stato realizzato, sulla base del viaggio svolto nel 2012, il libro In bicicletta lungo la Linea Gotica, promosso tramite il blog: lungolalineagotica.wordpress.com.

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Campi Antimafia 2015: le iscrizioni partono dall’1 aprile

volantino A5 - sempliceA partire dal 1° aprile 2015 sarà possibile iscriversi ai campi e ai laboratori della legalità democratica, organizzati dall’Arci in partenariato con Cgil-Spi, Cgil, Flai, e con Libera, e giunti alla loro nona edizione.

Nel corso dell’anno occupano un periodo che va da aprile ad ottobre ma, di fatto, sono la semina di un raccolto che dura molto di più, perché innestano sui territori una nuova coscienza antimafia, che si traduce nell’impegno quotidiano, nelle attività continuative, nella voglia – espressa dalla partecipazione – di continuare il lavoro anche dopo, quando i campi son terminati. In questi nove anni i territori che hanno ospitato i campi sono diventati veri e propri luoghi di sperimentazione che si sono intrecciati con quelli di provenienza dei “campisti” rafforzando quest’esperienza e rendendola nazionale. Migliaia di giovani, e non, hanno scambiato le buone pratiche, rafforzando i valori civili e di coesione sociale.

La formazione che si realizza nei giorni delle attività diventa quindi un bagaglio prezioso da condividere, esportare, contaminare.

Tanti i territori coinvolti e quasi 40 campi disseminati da nord a sud, a raccontare un’Italia che conosce la pervasività delle mafie, della corruzione, del sopruso criminale ma anche gli strumenti per contrapporsi. Nelle Marche saranno due i campi attivi, entrambi dal 19 al 26 luglio: uno a Cupramontana (AN) e uno a Isola del Piano (PU).

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Giornata della Memoria delle vittime di mafia, Arci Jesi-Fabriano “adotta” Gelsomina Verde

117siut“Gelsomina Verde è stata ‘punita’ perché frequentava un uomo che apparteneva ad uno dei due clan in guerra a Napoli. Aveva 22 anni: l’hanno trovata ieri notte a Secondigliano, carbonizzata nella sua auto con un colpo di pistola in testa”, così la Repubblica racconta, il 22 novembre 2004, la vittima numero 114 della camorra a Napoli dall’inizio di quell’anno.

Arci Jesi-Fabriano partecipa alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico e che si terrà sabato 21 marzo a Bologna, e ha aderito al progetto “La Verità illumina la Giustizia”, scegliendo di adottare tra gli oltre 900 nomi di vittime di mafia quello di Gelsomina Verde.

La sua storia è stata raccontata anche da Roberto Saviano, in Gomorra:

I tizi uscirono dal furgoncino con i guanti in lattice, sporchissimi, usati e riusati mille volte, e si misero all’opera. Infilarono il cadavere in una busta, quella nera, i body bag in cui solitamente si chiudono i corpi dei  soldati morti.  Il cadavere sembrava uno di quelli trovati sotto la cenere del Vesuvio dopo che gli archeologi avevano versato il gesso nel vuoto lasciato dal corpo. Le persone intorno all’auto erano diventate decine e decine, ma tutte in silenzio. Sembrava non ci fosse nessuno. Neanche le narici azzardavano a respirare troppo forte. Da quando è scoppiata la guerra di camorra molti hanno smesso di porre limite alla propria sopportazione. E sono lì a vedere cos’altro accadrà. Ogni giorno apprendono cos’altro è possibile, cos’altro dovranno subire. Apprendono, portano a casa, e continuano a campare. I carabinieri iniziano a fare le foto, parte il furgoncino col cadavere. Vado in Questura. Qualcosa diranno su questa morte. In sala stampa ci sono i soliti giornalisti e qualche poliziotto. Dopo un po’ si alzano i commenti: «Si ammazzano tra loro, meglio così!». «Se fai il camorrista, ecco cosa ti accade.» «Ti è piaciuto guadagnare e ora goditi la morte, munnezza.» I soliti commenti, ma sempre più schifati, esasperati. Come se il cadavere fosse stato lì e tutti avessero qualcosa da rinfacciargli, questa notte rovinata, questa guerra che non finisce più, questi presidi militari che gonfiano ogni spigolo di Napoli. I medici abbisognano di lunghe ore per identificare il cadavere. Qualcuno gli trova il nome di un capozona scomparso qualche giorno prima. Uno dei tanti, uno dei corpi accatastati in attesa del peggior nome possibile nelle celle frigo all’ospedale Cardarelli. Poi giunge la smentita.

Qualcuno si mette le mani sulle labbra, i giornalisti deglutiscono tutta la saliva fino al punto da seccare la bocca. I poliziotti scuotono la testa guardandosi la punta delle scarpe. I commenti s’interrompono colpevoli. Quel corpo era di Gelsomina Verde, una ragazza di ventidue anni. Sequestrata, torturata, ammazzata con un colpo alla nuca sparato da vicino che le era uscito dalla fronte. Poi l’avevano gettata in una macchina, la sua macchina, e l’avevano bruciata. Aveva frequentato un ragazzo, Gennaro Notturno, che aveva scelto di stare con i clan e poi si era avvicinato agli Spagnoli. Era stata con lui qualche mese, tempo prima. Ma qualcuno li aveva visti abbracciati, magari sulla stessa Vespa. In auto assieme. Gennaro era stato condannato a morte, ma era riuscito a imboscarsi, chissà dove, magari in qualche garage vicino alla strada dove hanno ammazzato Gelsomina. Non ha sentito la necessità di proteggerla perché non aveva più rapporti con lei. Ma i clan devono colpire e gli individui, attraverso le loro conoscenze, parentele, persino gli affetti, divengono mappe. Mappe su cui iscrivere un messaggio. Il peggiore dei messaggi. Bisogna punire. Se qualcuno rimane impunito è un rischio troppo grande che legittima la possibilità di tradimento, nuove ipotesi di scissioni. Colpire e nel modo più duro. Questo è l’ordine. Il resto vale zero. Allora i fedelissimi di Di Lauro vanno da Gelsomina, la incontrano con una scusa. La sequestrano, la picchiano a sangue, la torturano, le chiedono dov’è Gennaro. Lei non risponde. Forse non sa dove si trova, o preferisce subire lei quello che avrebbero fatto a lui. E così la massacrano. I camorristi mandati a fare il “servizio” forse erano carichi di coca o forse dovevano essere sobri per cercare di intuire il più microscopico dettaglio. Ma è risaputo quali metodi usano per eliminare ogni sorta di resistenza, per annullare il più minuscolo afflato di umanità. Il fatto che il corpo fosse bruciato mi è sembrato un modo per cancellare le torture. Il corpo di una ragazza seviziata avrebbe generato una rabbia cupa in tutti, e dal quartiere non si pretende consenso, ma certamente non ostilità. E allora bruciare, bruciare tutto. Le prove della morte non sono gravi. Non più gravi di qualsiasi altra morte in guerra. Ma non è sostenibile immaginare come è avvenuta quella morte, come è stata compiuta quella tortura. Così tirando con il naso il muco dal petto e sputando riuscii a bloccare le immagini nella mia mente.

Gelsomina Verde, Mina: il diminutivo con cui veniva chiamata nel quartiere. La chiamano così anche i giornali quando cominciano a vezzeggiarla col senso di colpa del giorno dopo. Sarebbe stato facile non distiguerla dalla carne di quelli che si ammazzano fra di loro. O, se fosse stata viva, continuare a considerarla la ragazza di un camorrista, una delle tante che accettano per i soldi o per il senso di importanza che ti dà. Nulla più che l’ennesima “signora” che gode della ricchezza del marito camorrista. Ma il “Saracino”, come chiamano Gennaro Notturno, è agli inizi. Poi se diventa capozona e controlla gli spacciatori, arriva a mille-duemila euro. Ma è una carriera lunga. Duemilacinquecento euro pare sia il prezzo per l’indennizzo di un omicidio. E poi se hai bisogno di togliere le tende perché i carabinieri ti stanno beccando, il clan ti paga un mese al nord Italia o all’estero. Anche lui forse sognava di diventare boss, di dominare su mezza Napoli e di investire in tutt’Europa.
Se mi fermo e prendo fiato riesco facilmente a immaginare il loro incontro, anche se non conosco neanche il tratto dei visi. Si saranno conosciuti nel solito bar. I maledetti bar meridionali di periferia intorno a cui circola come un vortice l’esistenza di tutti, ragazzini e vecchi novantenni catarrosi. O forse si saranno incontrati in qualche discoteca. Un giro a piazza Plebiscito, un bacio prima di tornare a casa. Poi i sabati trascorsi assieme, qualche pizza in compagnia, la porta della stanza chiusa a chiave la domenica dopo pranzo quando gli altri si addormentano sfiniti dalla mangiata. E così via. Come si fa sempre, come accade per tutti e per fortuna. Poi Gennaro entra nel Sistema. Sarà andato da qualche amico camorrista, si sarà fatto presentare e poi avrà iniziato a faticare per Di Lauro. Immagino che forse la ragazza avrà saputo, avrà tentato di cercargli qualcos’altro da fare, come spesso accade a molte ragazze di queste parti, di sbattersi per i propri fidanzati. Ma forse alla fine si sarà dimenticata del mestiere di Gennaro. Insomma, è un lavoro come un altro. Guidare un’auto, trasportare qualche pacco, si inizia con piccole cose. Da niente. Ma che ti fanno vivere, ti fanno lavorare e a volte provare anche la sensazione di essere realizzato, stimato, gratificato. Poi la storia tra loro è finita.

Quei pochi mesi però sono bastati. Sono bastati per associare Gelsomina alla persona di Gennaro. Renderla “tracciata” dalla sua persona, appartenente ai suoi affetti. Anche se la loro relazione era terminata, forse mai realmente nata. Non importa. Sono solo congetture e immaginazioni. Ciò che resta è che una ragazza è stata torturata e uccisa perché l’hanno vista mentre dava una carezza e un bacio a qualcuno, qualche mese prima, in qualche parte di Napoli. Mi sembra impossibile crederci. Gelsomina sgobbava molto, come tutti da queste parti. Spesso le ragazze, le mogli devono da sole mantenere le famiglie perché moltissimi uomini cadono in depressione per anni. Anche chi vive a Secondigliano, anche chi vive nel “Terzo Mondo”, riesce ad avere una psiche. Non lavorare per anni ti trasforma, essere trattati come mezze merde dai propri superiori, niente contratto, niente rispetto, niente danaro, ti uccide. O divieni un animale, o sei sull’orlo della fine. Gelsomina quindi faticava come tutti quelli che devono fare almeno tre lavori per riuscire ad accaparrarsi uno stipendio che passava per metà alla famiglia. Faceva anche del volontariato con gli anziani di queste parti, cosa su cui si sono sprecate le lodi dei giornali che parevano fare a gara per riabilitarla.


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Arci Jesi-Fabriano partecipa alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie

Arci Jesi-Fabriano invita i circoli e gli iscritti a partecipare alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, che si terrà a Bologna il prossimo 21 marzo.

La giornata è organizzata in due momenti principali: la mattina sono previsti il corteo per la città, con lettura di tutti i nomi delle vittime, e gli interventi di diverse personalità; nel pomeriggio ci sarà la possibilità di assistere a seminari, film, spettacoli, tutti nel centro della città e facilmente raggiungibili a piedi, che inizieranno alle 14.30 per concludersi alle 17.00-17.30 (per partecipare bisogna iscriversi al sito www.memoriaeimpegno.it)

Il corteo della mattina si svolgerà come segue:
* partenza: ore 9.30 da via Andrea Costa 174, zona antistante lo Stadio Renato Dall’Ara
* percorso: via Andrea Costa, via Sant’Isaia, via Barberia, via Carbonesi, via Farini, piazza Galvani, via Archiginnasio, piazza Maggiore, piazza Nettuno, via Indipendenza, via Irnerio
* arrivo: piazza VIII Agosto

Per l’occasione, gli amici del presidio jesino di Libera hanno organizzato il trasporto da Jesi a Bologna e ritorno in pullman.

La partenza è prevista per le ore 6.00 di sabato 21 marzo dalla stazione delle corriere di Jesi di Porta Valle (Piazzale dei Partigiani).

Il ritorno invece sarà alle ore 18.30 con arrivo a Jesi per le 21.00 circa.

Il costo (che sarà definitivo solo quando saranno raccolte tutte le prenotazioni) comprende andata e ritorno e sarà all’incirca di 15-20 euro.

Chi fosse interessato potrà, perciò, prenotare i posti in pullman contattando il numero 3387027190.


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Arci Jesi-Fabriano nel Gruppo promotore per la manifestazione “Costituzione – La via maestra”

logo_sito_costellazioneIn vista della manifestazione nazionale “Costituzione – La via maestra” organizzata in seguito all’appello promosso da Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti,  Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky e che si svolgerà il 12 ottobre a Roma per difendere e applicare la Costituzione della Repubblica Italiana, l’Arci Jesi-Fabriano ha costituito insieme a Anpi Jesi, Libera presidio di Jesi, Fiom-Cgil Jesi, SEL, Partito dei comunisti italiani e altre individualità, un “Gruppo promotore di un Comitato per la difesa e l’applicazione della Costituzione”.

Il Gruppo ha lo scopo di promuovere e organizzare la più ampia partecipazione possibile alla manifestazione e si sta muovendo per la prenotazione di pullman diretti a Roma. Per questo motivo mercoledì 2 ottobre è convocata una nuova riunione presso la sede di Arci Jesi-Fabriano alle ore 18.

Per promuovere la manifestazione è stata inoltre organizzata un’iniziativa pubblica davanti alla sede del Circolo SEL di Falconara in via Cavour, a pochi metri dalla Stazione Ferroviaria, il pomeriggio di giovedi 3 ottobre. L’intervento per la presentazione della manifestazione sarà tenuto da Massimo Raffaeli.

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La Carovana Antimafie 2013 arriva nelle Marche

La Carovana Nazionale Antimafie 2013 arriva nelle Marche. Organizzata da Arci, Libera, Avviso pubblico, Cgil, Cisl e Uil, come in ogni edizione sta attraversando l’Italia con un percorso a tappe che si propone di portare solidarietà a coloro che in prima fila operano per la legalità democratica e la giustizia sociale, per sensibilizzare le persone affinché tengano alta la tensione antimafia, per promuovere impegno sociale e progetti concreti. Al centro dell’edizione di quest’anno i temi economici legati alla crisi e la proposta al paese di una discussione urgente ed efficace sul tema della illegalità economica.

Il giorni di arrivo nelle Marche è il 20 aprile. Il primo appuntamento della giornata è alle 10.30 a Isola del Piano (Pesaro/Urbino) presso la ‘Fattoria della Legalità’, dove si terrà una conferenza stampa in cui saranno presentati i dati relativi alla presenza e all’insediamento delle mafie nelle Marche e un report relativo al riutilizzo sociale di una serie di beni presenti sul territorio provinciale. Interverranno gli amministratori locali. Nel pomeriggio, la Carovana si sposta a Cupramontana (Ancona), presso il podere Tufi confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla cittadinanza attraverso un progetto di promozione sociale voluto dal Comune in collaborazione con le cooperative sociali Vivicare e Pane e Tulipani di Jesi.

Per maggiori dettagli: tulliobugari.wordpress.com/2013/04/12/il-20-aprile-giornata-dedicata-alla-legalita…

Da Radio Network Arci: www.radionetworkarci.it/2013/04/arriva-la-carovana-antimafie

Sito ufficiale: www.carovanaantimafie.eu


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Campi di lavoro e conoscenza all’estero 2012

Sono aperte le iscrizioni ai campi di lavoro e di conoscenza all’estero promossi dall’Arci per il 2012:
Rwanda, Mozambico, Palestina, Bosnia, Kosovo, Brasile, Tunisia.

 

RWANDA – dal 29 Luglio al 12 Agosto.
Lo scopo del campo di lavoro è quello di conoscere la realtà ruandese contemporanea, che non dimentica il genocidio del 1994, ma che anzi lavora sul passato per la costruzione di un futuro migliore. Questo avverrà attraverso laboratori di vario tipo da realizzare insieme alle donne attiviste dell’associazione locale SEVOTA.

MOZAMBICO – dal 20 Agosto al 10 Settembre.
Nella Regione Zambézia, in collaborazione con: Iscos E.R., Nexus E.R., Mani Tese e Yoda nell’ambito del progetto I giovani e le donne protagonisti del contrasto all’HIV e dell’empowerment socio-economico in Zambézia cofinanziato dalla Regione Emilia- Romagna. Si lavorerà con le associazioni dei contadini sui diritti delle donne e sulla lotta all’HIV/Aids, nonché sull’acquisizione, attraverso laboratori artigianali, della conoscenza di produzioni locali.

PALESTINA- dal 9 Luglio al 18 Luglio.
Obiettivo del campo é quello di permettere ai partecipanti di conoscere e confrontarsi con la realtà dei territori occupati palestinesi attraverso visite, incontri, dibattiti ed attività con reti e organizzazioni locali particolarmente attive nel campo dell’informazione, della sensibilizzazione e dell’advocacy.

BOSNIA (Sarajevo) – dal 28 Luglio al 9 Agosto.
I partecipanti andranno a conoscere la Bosnia Erzegovina attraverso l’obiettivo fotografico. Il partner bosniaco, Foundation Imam petlju Gariwo, una rete di giovani impegnati nella partecipazione civile e nella cittadinanza, ci accompagnerà a conoscere la Bosnia e ci racconterà del proprio lavoro.

KOSOVO – dal 6 Luglio al 20 Luglio.
L’obiettivo è conoscere la realtà kosovara con il nostro partner Youth Centre Ardhmeria, i partecipanti si occuperanno di organizzare laboratori ed attività di educazione ambientale ed attività culturali e sportive I laboratori e le attività saranno indirizzate ai bambini ragazzi.

BRASILE – dal 6 Agosto al 20 Agosto.
I volontari condivideranno la vita quotidiana e l’organizzazione del Movimento Sem Terra; Formazione sul mst, attività quotidiane in un accampamento tipo, visite e incontri con realtà vicine al movimento.

TUNISIA – dal 14 Luglio al 24 Luglio.
La sfida che lanciamo insieme all’Associazione Itinerari Paralleli è quello di iniziare un percorso di conoscenza e supporto nelle aree dal potenziale sociale e culturale di grande interesse. I volontari che aderiranno al campo avranno la possibilità di sperimentare un percorso di cittadinanza attiva in una delle zone più significative della primavera araba in Tunisia, la regione di Gafsa.

Per partecipare ai campi non sono richiesti requisiti particolari, basta essere maggiorenni e avere spirito di adattamento. E’ auspicabile la conoscenza dell’inglese o della lingua del luogo in cui il campo si svolge. Prima della partenza sono previsti momenti di formazione obbligatori.
La quota di partecipazione comprende tutti i costi per la realizzazione del campo (aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio, assicurazione civile e sanitaria, accompagnamento, sostegno al partner locale).
I costi variano a seconda della destinazione, a partire da 900 euro.
E’ necessario prendere visione del regolamento pubblicato sul sito per conoscere le modalità di iscrizione e i dettagli per partecipare.

Per informazioni:
www.arciculturaesviluppo.it
Email: campidilavoro@arci.it


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Jugoschegge a “M’illumino di meno”

Al Circolo ARCI “Corto Maltese”, Via Verdi 7 – Fabriano (AN)
venerdì 17 febbraio 2011 – ore 19.00

In occasione della giornta del risparmio energetico indetta dalla trasmissione Rai Radio2 “Caterpillar” Presenteremo il libro rigorosamente a lume di candela e il nostro musicista Cesare Sampaolesi, con il suo liuto, eseguirà musiche del 1500 e 1800. Non potendo proiettare il video ci siamo organizzati con una mostra da me realizzata: “Obnova/Ricostruzione”.

JUGOSCHEGGE – Storie e scatti di pace di guerra
di Tullio Bugari e Giacomo Scattolini;  Infinito Edizioni – Euro 13,00

Il libro contiene di interventi di: 
Paolo Rumiz – giornalista scrittore
Ennio Remondino – inviato RAI
Mario Boccia – fotoreporter
Alessandro Gori – giornalista
Luca Rastello – giornalista scrittore
Roberta Biagiarelli – attrice e cooperante 
Silvia Maraone – cooperante

Prefazione Massimo Cirri – conduttore radiofonico “caterpillar”
Introduzione Agostino Zanotti – cooperante 

www.jugoschegge.it
www.infinitoedizioni.it


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SHAMBHALA AL FESTIVAL DELL’ORIENTE

 Dopo lo straordinario successo dell’anno passato ha avuto luogo la seconda edizione del “FESTIVAL DELL’ORIENTE”, happening internazionale dedicato al mondo orientale.
Il festival, che si è svolto il 28-29-30 Ottobre scorsi presso il complesso fieristico di Carrara, ha visto la partecipazione accanto a concerti e spettacoli da tutto il mondo del Laboratorio di Teatro Yoga del Centro Shambhala Yoga e Thai Body Work di Jesi.

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Un corteo immenso, come solo le grandi convergenze unitarie di tante identità e culture riescono a produrre, è stato ieri distrutto.

Doveva essere, per comune decisione di tutte le forze che lo avevano organizzato, un corteo pacificamente indignato, popolare e accogliente. Durante e dopo il corteo si sarebbero dovute produrre, promosse da diverse organizzazioni, performance e azioni diverse. In molti si sarebbero accampati per la notte a San Giovanni, al Colosseo e ai Fori Imperiali per simboleggiare –attraverso la riappropriazione delle piazze e delle strade- la volontà di riprendersi il diritto alla partecipazione, la democrazia, i diritti di cittadinanza.

Nulla di questo si è potuto realizzare. Alcune centinaia di persone, del tutto sconosciute al comitato organizzatore del corteo, hanno deciso di spazzare via centinaia di migliaia di manifestanti, espropriandoli del loro diritto a manifestare. Niente che a vedere con la rabbia contro il potere e i responsabili della crisi: la furia si è rivolta invece contro il gigantesco e straordinario corteo degli indignati italiani.

Il corteo, dove ogni spezzone aveva il compito di garantire la sua autotutela in modo coordinato con gli altri, niente ha potuto contro un attacco così brutale, prolungato, diretto. Chi ci ha provato, come il militante di Sel che ha cercato di evitare l’esplosione di una bomba carta gettata in mezzo ai manifestanti, ha perso due dita e versa in gravi condizioni. A Piazza San Giovanni, migliaia di persone indifese sono state terrorizzate – oltre che dalle brutalità degli incappucciati -anche dalle cariche della polizia che inseguiva i violenti.

Una ferita grande e profonda è stata inferta al mezzo milione di persone che era in piazza, e ai milioni di simpatizzanti di un movimento nuovo, giovane, pacifico che rappresenta la legittima protesta di interi settori di popolazione e delle nuove generazioni. Già altre volte nel nostro Paese la violenza ha cercato di fermare il vento della partecipazione. Non ci è mai riuscita, anzi ha fatto scendere in campo nuove e più forti energie di cittadinanza. Sappiamo che sarà così anche questa volta, e che le ragioni dei milioni di indignati di questo Paese troveranno il modo, sin da domani, di farsi valere come meritano.

ARCI nazionale

L’Arci alla manifestazione del 15 ottobre (foto Tullio Bugari)


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L’appello dell’Arci per la giornata di mobilitazione internazionale del 15 ottobre

Per un’alternativa nel segno della giustizia sociale, della dignità, della democrazia

Il 15 ottobre, raccogliendo l’appello degli indignad@s spagnoli, in tanti e tante riempiremo le piazze delle capitali europee. Sarà il giorno dell’indignazione e della protesta di chi si oppone a questo stato di cose,  alla distruzione dei diritti sociali e democratici causata dalle scelte con cui i governi europei stanno affrontando la crisi economica.

Sarà una mobilitazione animata da esperienze, identità e culture diverse, perché nessuno può farcela da solo. Per fermare il declino e costruire un’Europa diversa c’è bisogno anzitutto di ricostruire lo spazio pubblico dei cittadini europei, mettere in campo la forza della partecipazione democratica di donne e uomini, giovani e anziani, lavoratori, studenti e comunità che rivendicano il diritto di decidere sulle scelte che li riguardano.

L’Arci parteciperà alla manifestazione di Roma, con la propria identità e con le proprie proposte, insieme a tanti altri soggetti diversi, organizzazioni sociali, reti, alleanze, gruppi informali, singoli cittadini. E’ un fatto importante, perché in Italia c’è ancor più bisogno di spazi di convergenza e di azione comune fra le forze che cercano di contrastare la deriva in cui sta scivolando il Paese.

Un governo ormai screditato a livello europeo e internazionale e preoccupato solo di mantenersi al potere sta rovesciando sui cittadini tutto il peso del suo fallimento. Ha imposto una manovra economica inutile, sbagliata e profondamente iniqua, coerente solo nella volontà di dividere il Paese e le forze sociali. Un provvedimento che denota l’assenza di strategie per il futuro, non risolve il problema del debito pubblico, non libera risorse per rilanciare gli investimenti, l’occupazione e lo sviluppo ma avrà al contrario effetti recessivi. Soprattutto, una manovra scandalosamente ingiusta sul piano sociale.

Di fronte all’incalzare della crisi, ci si preoccupa solo di far cassa tagliando la spesa pubblica, non tanto quella improduttiva dei finti Enti di natura clientelare, ma particolarmente quella sociale. La conseguenza sarà un massacro ai danni di lavoratori, pensionati, famiglie. I tagli a Regioni e Comuni ridurranno l’accessibilità e la qualità dei servizi pubblici e aumenteranno i tributi a carico dei cittadini; l’annunciata riforma dell’assistenza si trasformerà nella demolizione del sistema pubblico di welfare. Per molti si annuncia un presente più duro, per tanti giovani svanisce ogni prospettiva di futuro.

Hanno scelto di far pagare i più deboli per non toccare gli interessi dei più forti. Logica e buon senso avrebbero imposto di cercare le risorse necessarie col recupero dell’evasione fiscale, di istituire una tassa sulle grandi ricchezze e sui grandi patrimoni immobiliari, di tagliare le spese militari. Non l’hanno voluto fare per non dispiacere al blocco sociale in cui ancora sperano di trovare consensi.

La cricca che ha governato le scelte di questi anni e si è arricchita a danno degli onesti non intende restituire il mal tolto né mettere in discussione le proprie scelte. Impone la totale liberalizzazione delle attività economiche, pretende di reintrodurre per legge l’obbligo di privatizzare i servizi pubblici locali sfidando spudoratamente la volontà popolare espressa col referendum e le regole della democrazia.

C’è poi, nel contesto italiano, l’aggravante della natura antidemocratica di un governo che impedisce la dialettica fra le parti sociali e considera la Carta costituzionale una variabile a sua disposizione. Da tutta la manovra traspare disprezzo per i ceti popolari e volontà di scontro con le rappresentanze sociali. L’articolo 8, che cancella i contratti nazionali e scardina le tutele dello Statuto dei lavoratori, è la prova che si intende usare la crisi come pretesto per attaccare i diritti, dividere e punire i sindacati. Questo governo è un pericolo per la democrazia, per il bene del paese è urgente che se ne vada quanto prima.

La situazione è grave, è a rischio la tenuta del tessuto sociale del paese. Siamo vicini al punto di rottura, a un vero e proprio corto circuito fra sviluppo economico, diritti sociali e democrazia. E’ il frutto delle scellerate politiche liberiste di questi anni, dell’effetto distruttivo della finanziarizzazione dell’economia. La finanza non è più strumento dell’economia produttiva ma un potere occulto in balia di speculatori che decidono quali economie salvare e quali affondare, che attaccano la stessa sovranità degli stati e la democrazia.

I governi non hanno la forza di opporsi ai poteri finanziari o non vogliono farlo, e preferiscono scaricare i costi della crisi sui più deboli. Vorrebbero farci credere che non ci sono altre scelte possibili e fanno appello alla coesione nazionale indicando nella crisi il nemico comune da cui difendersi.

Noi non ci stiamo, perché sappiamo che questa crisi non è un maleficio del destino ma il frutto di precise scelte politiche. E pensiamo che non se ne possa uscire accettando come dogmi indiscutibili le compatibilità imposte proprio dai poteri finanziari che l’hanno provocata. Nemmeno il patto di stabilità può essere un vangelo. Quelle regole non sono intoccabili, vanno discusse e subordinate ad altri vincoli di natura sociale e alle esigenze dello sviluppo economico, sociale e culturale dei territori e delle comunità.

E’ il momento di cambiare strada, con scelte nette e rigorose verso un sistema economico e sociale diverso da quello che ci ha portato dentro questo disastro, nell’orizzonte di uno sviluppo mirato alla riconversione ecologica dell’economia, alla qualità e alla sostenibilità delle attività produttive, ai beni pubblici e sociali.

Non è vero che il risanamento dei conti pubblici e lo sviluppo economico siano incompatibili con l’equità, la giustizia sociale, la partecipazione democratica. E’ questione di scelte. E’ possibile rimettere al centro del modello economico e sociale il lavoro, i beni comuni, i servizi pubblici di welfare, la sostenibilità ambientale, la cultura e l’istruzione, una vera democrazia al servizio delle persone e delle comunità.

E’ possibile costruire l’alternativa di un’altra economia, di un’altra società, di un’altra democrazia. La condizione per farlo è che le scelte sul nostro futuro non siano sequestrate nelle mani di governi subalterni ai poteri economici; che in Italia come in Europa siano le società a farsi protagoniste del cambiamento. Per questo saremo in piazza il 15 ottobre.

L’appello dell’Arci per la giornata di mobilitazione internazionale del 15 ottobre/a>


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La Marcia per la Pace compie 50 anni


Per la Marcia Perugia – Assisi stiamo predisponendo l’organizzazione della nostra partecipazione. Una nostra delegazione, con striscione e bandiere, partirà da Perugia alle ore 9.00. Lo spezzone Arci si costituirà invece a Ponte San Giovanni, dove vi aspetteremo con un nostro stand, un altro striscione e un furgone-musicale curato dai compagni dell’Arci di Torino che aprirà il nostro spezzone. L’appuntamento per tutti e tutte è al furgone-musica che avrà le nostre bandiere.

Preghiamo intanto i comitati Arci che parteciperanno alla Marcia di comunicare la loro presenza ad Alessandra Vacca (vacca@arci.it) in modo da poter stare in contatto diretto e darci gli ultimi riferimenti utili.

Chi arriva a Ponte San Giovanni contatti appena giunto al punto di concentramento Valentina Roversi, che coordinerà la costruzione del nostro spezzone: 348.1523222

Chi parte invece da Perugia contatti Franco Uda 340.1143876.

MARCIA PER LA PACE