Arci Jesi-Fabriano


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Domenica 6 dicembre proiezione del film “Hotel House” al circolo Casa del Popolo

Comunicato stampa:

“Domenica 6 Dicembre 2015 al circolo “Casa del Popolo” di Jesi, proiezione del film “Hotel House” alla presenza del regista Giorgio Cingolani.

Il Comitato Arci Jesi-Fabriano e l’associazione Ciranda organizzano domenica 6 Dicembre 2015 alle ore 17:30 un’iniziativa dedicata ai temi dell’accoglienza e dell’immigrazione. Presso il circolo Arci “Casa del Popolo” in via XXIV Maggio a Jesi verrà proiettato il film “Hotel House” diretto da Giorgio Cingolani che sarà presente fornendo la sua testimonianza diretta.
A seguire è previsto un Apericena Multientico con la partecipazione dei rappresentanti delle comunità presenti sul territorio tra le quali: marocchina, ucraina, senegalese, bengalese e brasiliana.

L’iniziativa si pone all’interno di un ciclo di incontri dal titolo “IMMIGRAZIONE FRA MITO E REALTA’” organizzato da Arci e Ciranda per sensibilizzare la comunità sui temi dell’immigrazione.”


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Il 26 aprile “Chernobyl 29 anni dopo”, incontro con la Comunità Ucraina delle Marche

volantino 2-correttoArci Jesi-Fabriano propone insieme a Legambiente Jesi e a Comunita Ucraina nelle Marche, per domenica 26 aprile alle ore 18, un incontro dal titolo “Chernobyl 29 anni dopo” in cui interverranno il presidente di Arci Jesi-Fabriano Crsitiano Bernardi, Vincenzo Russo del Circolo Azzaruolo di Legambiente e Yuliya Dehtyaryova, vice presidente della C.U.M. L’incontro avrà luogo presso la Casa del Popolo di Jesi, in via XXIV Maggio 46, mentre alle 20 seguirà una cena buffet, sempre a cura della Comunità Ucraina delle Marche, il cui ricavato sarà devoluto all’Ospedale pediatrico regionale di Vinnytsa.


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Arci Jesi-Fabriano aderisce alla Staffetta della Memoria 2015: il programma

arcijesifabriano on Instagram at 10.09.18Arci Jesi-Fabriano aderisce anche quest’anno, insieme ad Arci Pesaro e ad Arci Marche, alla manifestazione “In bicicletta sulla Linea Gotica – La Staffetta delle Memoria”, che a partire dal 2011 si svolge ogni anno dal 25 Aprile al 1° Maggio: un percorso in bicicletta arricchito da escursioni a piedi e da numerosi incontri con scuole, associazioni, musei ed enti locali, immersi nelle memorie della guerra di liberazione e nei paesaggi dell’Appennino del centro Italia, ripercorrendo il tracciato storico della Linea Gotica, a cavallo delle province di Massa, Lucca, Pistoia, Firenze, Bologna, Ravenna, Forlì, Arezzo, Rimini, Pesaro.

La prima pedalata è prevista la mattina del 25 aprile a Montignoso (Massa), mentre l’ultima si concluderà, dopo circa 400 km sui pedali, il 1° maggio al parco Miralfiore di Pesaro. Dai valori della Resistenza a quelli del lavoro, unendo in un unico itinerario i principi ispiratori della Costituzione della Repubblica Italiana.

arcijesifabriano on Instagram at 10.10.10La manifestazione è promossa dalla cooperativa sociale Costess di Jesi ed è sostenuta dal patrocinio di numerose associazioni, tra cui Libera, diverse sezioni dell’Anpi, pro loco ed enti locali delle zone attraversate, e si articola anche nel corso dell’anno con diverse altre attività che coinvolgono scuole, prevedono eventi e hanno inoltre un punto di riferimento importante nel Parco Storico della Linea Gotica di Badia Tedalda (Arezzo), che ha preso il via proprio grazie alla Staffetta della Memoria, con la collaborazione attiva in primo luogo della Pro Loco della zona.

Sulla manifestazione è stato realizzato, sulla base del viaggio svolto nel 2012, il libro In bicicletta lungo la Linea Gotica, promosso tramite il blog: lungolalineagotica.wordpress.com.

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Forum Terzo Settore, domani presidio alla regione contro l’azzeramento delle risorse

17f4d294a2a05161ea02a12b4f8d51ba_XLLa regione Marche ha azzerato le risorse sul sociale. Il Forum del Terzo Settore, di cui l’Arci fa parte, aveva evidenziato a gennaio questa allarmante situazione ma ad oggi tutto tace, anzi dalle informazioni che arrivano sembra sempre più probabile che i tagli saranno confermati.

Se questa scelta fosse mantenuta si avrebbero infatti conseguenze molto pesanti sugli utenti con gravi fragilità (anziani, anziani non autosufficienti, disagio psichico, povertà estreme, disabili) e seri problemi agli enti che gestiscono questi servizi, con il rischio anche della perdita di centinaia di posti di lavoro. Ciò comporterebbe un impoverimento del tessuto sociale dei nostri territori: nessuna risorsa è prevista per il volontariato, per le associazioni di promozione sociale e per il sistema della cooperazione

Per tale ragione il Forum insieme ad altre organizzazioni (Sindacati, Centrali cooperative, etc) promuove un presidio presso il Consiglio Regionale per sollecitare un immediato ripristino dei fondi nel bilancio regionale.

Invitiamo quindi tutti a esser presenti, martedì 31 marzo alle ore 10 presso la Regione Marche per manifestare la contrarietà del Forum del Terzo settore a questi scellerati tagli.

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Campi Antimafia 2015: le iscrizioni partono dall’1 aprile

volantino A5 - sempliceA partire dal 1° aprile 2015 sarà possibile iscriversi ai campi e ai laboratori della legalità democratica, organizzati dall’Arci in partenariato con Cgil-Spi, Cgil, Flai, e con Libera, e giunti alla loro nona edizione.

Nel corso dell’anno occupano un periodo che va da aprile ad ottobre ma, di fatto, sono la semina di un raccolto che dura molto di più, perché innestano sui territori una nuova coscienza antimafia, che si traduce nell’impegno quotidiano, nelle attività continuative, nella voglia – espressa dalla partecipazione – di continuare il lavoro anche dopo, quando i campi son terminati. In questi nove anni i territori che hanno ospitato i campi sono diventati veri e propri luoghi di sperimentazione che si sono intrecciati con quelli di provenienza dei “campisti” rafforzando quest’esperienza e rendendola nazionale. Migliaia di giovani, e non, hanno scambiato le buone pratiche, rafforzando i valori civili e di coesione sociale.

La formazione che si realizza nei giorni delle attività diventa quindi un bagaglio prezioso da condividere, esportare, contaminare.

Tanti i territori coinvolti e quasi 40 campi disseminati da nord a sud, a raccontare un’Italia che conosce la pervasività delle mafie, della corruzione, del sopruso criminale ma anche gli strumenti per contrapporsi. Nelle Marche saranno due i campi attivi, entrambi dal 19 al 26 luglio: uno a Cupramontana (AN) e uno a Isola del Piano (PU).

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Giornata della Memoria delle vittime di mafia, Arci Jesi-Fabriano “adotta” Gelsomina Verde

117siut“Gelsomina Verde è stata ‘punita’ perché frequentava un uomo che apparteneva ad uno dei due clan in guerra a Napoli. Aveva 22 anni: l’hanno trovata ieri notte a Secondigliano, carbonizzata nella sua auto con un colpo di pistola in testa”, così la Repubblica racconta, il 22 novembre 2004, la vittima numero 114 della camorra a Napoli dall’inizio di quell’anno.

Arci Jesi-Fabriano partecipa alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico e che si terrà sabato 21 marzo a Bologna, e ha aderito al progetto “La Verità illumina la Giustizia”, scegliendo di adottare tra gli oltre 900 nomi di vittime di mafia quello di Gelsomina Verde.

La sua storia è stata raccontata anche da Roberto Saviano, in Gomorra:

I tizi uscirono dal furgoncino con i guanti in lattice, sporchissimi, usati e riusati mille volte, e si misero all’opera. Infilarono il cadavere in una busta, quella nera, i body bag in cui solitamente si chiudono i corpi dei  soldati morti.  Il cadavere sembrava uno di quelli trovati sotto la cenere del Vesuvio dopo che gli archeologi avevano versato il gesso nel vuoto lasciato dal corpo. Le persone intorno all’auto erano diventate decine e decine, ma tutte in silenzio. Sembrava non ci fosse nessuno. Neanche le narici azzardavano a respirare troppo forte. Da quando è scoppiata la guerra di camorra molti hanno smesso di porre limite alla propria sopportazione. E sono lì a vedere cos’altro accadrà. Ogni giorno apprendono cos’altro è possibile, cos’altro dovranno subire. Apprendono, portano a casa, e continuano a campare. I carabinieri iniziano a fare le foto, parte il furgoncino col cadavere. Vado in Questura. Qualcosa diranno su questa morte. In sala stampa ci sono i soliti giornalisti e qualche poliziotto. Dopo un po’ si alzano i commenti: «Si ammazzano tra loro, meglio così!». «Se fai il camorrista, ecco cosa ti accade.» «Ti è piaciuto guadagnare e ora goditi la morte, munnezza.» I soliti commenti, ma sempre più schifati, esasperati. Come se il cadavere fosse stato lì e tutti avessero qualcosa da rinfacciargli, questa notte rovinata, questa guerra che non finisce più, questi presidi militari che gonfiano ogni spigolo di Napoli. I medici abbisognano di lunghe ore per identificare il cadavere. Qualcuno gli trova il nome di un capozona scomparso qualche giorno prima. Uno dei tanti, uno dei corpi accatastati in attesa del peggior nome possibile nelle celle frigo all’ospedale Cardarelli. Poi giunge la smentita.

Qualcuno si mette le mani sulle labbra, i giornalisti deglutiscono tutta la saliva fino al punto da seccare la bocca. I poliziotti scuotono la testa guardandosi la punta delle scarpe. I commenti s’interrompono colpevoli. Quel corpo era di Gelsomina Verde, una ragazza di ventidue anni. Sequestrata, torturata, ammazzata con un colpo alla nuca sparato da vicino che le era uscito dalla fronte. Poi l’avevano gettata in una macchina, la sua macchina, e l’avevano bruciata. Aveva frequentato un ragazzo, Gennaro Notturno, che aveva scelto di stare con i clan e poi si era avvicinato agli Spagnoli. Era stata con lui qualche mese, tempo prima. Ma qualcuno li aveva visti abbracciati, magari sulla stessa Vespa. In auto assieme. Gennaro era stato condannato a morte, ma era riuscito a imboscarsi, chissà dove, magari in qualche garage vicino alla strada dove hanno ammazzato Gelsomina. Non ha sentito la necessità di proteggerla perché non aveva più rapporti con lei. Ma i clan devono colpire e gli individui, attraverso le loro conoscenze, parentele, persino gli affetti, divengono mappe. Mappe su cui iscrivere un messaggio. Il peggiore dei messaggi. Bisogna punire. Se qualcuno rimane impunito è un rischio troppo grande che legittima la possibilità di tradimento, nuove ipotesi di scissioni. Colpire e nel modo più duro. Questo è l’ordine. Il resto vale zero. Allora i fedelissimi di Di Lauro vanno da Gelsomina, la incontrano con una scusa. La sequestrano, la picchiano a sangue, la torturano, le chiedono dov’è Gennaro. Lei non risponde. Forse non sa dove si trova, o preferisce subire lei quello che avrebbero fatto a lui. E così la massacrano. I camorristi mandati a fare il “servizio” forse erano carichi di coca o forse dovevano essere sobri per cercare di intuire il più microscopico dettaglio. Ma è risaputo quali metodi usano per eliminare ogni sorta di resistenza, per annullare il più minuscolo afflato di umanità. Il fatto che il corpo fosse bruciato mi è sembrato un modo per cancellare le torture. Il corpo di una ragazza seviziata avrebbe generato una rabbia cupa in tutti, e dal quartiere non si pretende consenso, ma certamente non ostilità. E allora bruciare, bruciare tutto. Le prove della morte non sono gravi. Non più gravi di qualsiasi altra morte in guerra. Ma non è sostenibile immaginare come è avvenuta quella morte, come è stata compiuta quella tortura. Così tirando con il naso il muco dal petto e sputando riuscii a bloccare le immagini nella mia mente.

Gelsomina Verde, Mina: il diminutivo con cui veniva chiamata nel quartiere. La chiamano così anche i giornali quando cominciano a vezzeggiarla col senso di colpa del giorno dopo. Sarebbe stato facile non distiguerla dalla carne di quelli che si ammazzano fra di loro. O, se fosse stata viva, continuare a considerarla la ragazza di un camorrista, una delle tante che accettano per i soldi o per il senso di importanza che ti dà. Nulla più che l’ennesima “signora” che gode della ricchezza del marito camorrista. Ma il “Saracino”, come chiamano Gennaro Notturno, è agli inizi. Poi se diventa capozona e controlla gli spacciatori, arriva a mille-duemila euro. Ma è una carriera lunga. Duemilacinquecento euro pare sia il prezzo per l’indennizzo di un omicidio. E poi se hai bisogno di togliere le tende perché i carabinieri ti stanno beccando, il clan ti paga un mese al nord Italia o all’estero. Anche lui forse sognava di diventare boss, di dominare su mezza Napoli e di investire in tutt’Europa.
Se mi fermo e prendo fiato riesco facilmente a immaginare il loro incontro, anche se non conosco neanche il tratto dei visi. Si saranno conosciuti nel solito bar. I maledetti bar meridionali di periferia intorno a cui circola come un vortice l’esistenza di tutti, ragazzini e vecchi novantenni catarrosi. O forse si saranno incontrati in qualche discoteca. Un giro a piazza Plebiscito, un bacio prima di tornare a casa. Poi i sabati trascorsi assieme, qualche pizza in compagnia, la porta della stanza chiusa a chiave la domenica dopo pranzo quando gli altri si addormentano sfiniti dalla mangiata. E così via. Come si fa sempre, come accade per tutti e per fortuna. Poi Gennaro entra nel Sistema. Sarà andato da qualche amico camorrista, si sarà fatto presentare e poi avrà iniziato a faticare per Di Lauro. Immagino che forse la ragazza avrà saputo, avrà tentato di cercargli qualcos’altro da fare, come spesso accade a molte ragazze di queste parti, di sbattersi per i propri fidanzati. Ma forse alla fine si sarà dimenticata del mestiere di Gennaro. Insomma, è un lavoro come un altro. Guidare un’auto, trasportare qualche pacco, si inizia con piccole cose. Da niente. Ma che ti fanno vivere, ti fanno lavorare e a volte provare anche la sensazione di essere realizzato, stimato, gratificato. Poi la storia tra loro è finita.

Quei pochi mesi però sono bastati. Sono bastati per associare Gelsomina alla persona di Gennaro. Renderla “tracciata” dalla sua persona, appartenente ai suoi affetti. Anche se la loro relazione era terminata, forse mai realmente nata. Non importa. Sono solo congetture e immaginazioni. Ciò che resta è che una ragazza è stata torturata e uccisa perché l’hanno vista mentre dava una carezza e un bacio a qualcuno, qualche mese prima, in qualche parte di Napoli. Mi sembra impossibile crederci. Gelsomina sgobbava molto, come tutti da queste parti. Spesso le ragazze, le mogli devono da sole mantenere le famiglie perché moltissimi uomini cadono in depressione per anni. Anche chi vive a Secondigliano, anche chi vive nel “Terzo Mondo”, riesce ad avere una psiche. Non lavorare per anni ti trasforma, essere trattati come mezze merde dai propri superiori, niente contratto, niente rispetto, niente danaro, ti uccide. O divieni un animale, o sei sull’orlo della fine. Gelsomina quindi faticava come tutti quelli che devono fare almeno tre lavori per riuscire ad accaparrarsi uno stipendio che passava per metà alla famiglia. Faceva anche del volontariato con gli anziani di queste parti, cosa su cui si sono sprecate le lodi dei giornali che parevano fare a gara per riabilitarla.


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Arci Jesi-Fabriano partecipa alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie

Arci Jesi-Fabriano invita i circoli e gli iscritti a partecipare alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, che si terrà a Bologna il prossimo 21 marzo.

La giornata è organizzata in due momenti principali: la mattina sono previsti il corteo per la città, con lettura di tutti i nomi delle vittime, e gli interventi di diverse personalità; nel pomeriggio ci sarà la possibilità di assistere a seminari, film, spettacoli, tutti nel centro della città e facilmente raggiungibili a piedi, che inizieranno alle 14.30 per concludersi alle 17.00-17.30 (per partecipare bisogna iscriversi al sito www.memoriaeimpegno.it)

Il corteo della mattina si svolgerà come segue:
* partenza: ore 9.30 da via Andrea Costa 174, zona antistante lo Stadio Renato Dall’Ara
* percorso: via Andrea Costa, via Sant’Isaia, via Barberia, via Carbonesi, via Farini, piazza Galvani, via Archiginnasio, piazza Maggiore, piazza Nettuno, via Indipendenza, via Irnerio
* arrivo: piazza VIII Agosto

Per l’occasione, gli amici del presidio jesino di Libera hanno organizzato il trasporto da Jesi a Bologna e ritorno in pullman.

La partenza è prevista per le ore 6.00 di sabato 21 marzo dalla stazione delle corriere di Jesi di Porta Valle (Piazzale dei Partigiani).

Il ritorno invece sarà alle ore 18.30 con arrivo a Jesi per le 21.00 circa.

Il costo (che sarà definitivo solo quando saranno raccolte tutte le prenotazioni) comprende andata e ritorno e sarà all’incirca di 15-20 euro.

Chi fosse interessato potrà, perciò, prenotare i posti in pullman contattando il numero 3387027190.


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“Col pareggio ci perdi”, Arci Jesi-Fabriano invita a firmare presso il Comune di Jesi

logo_pareggio-791x1024La Legge costituzionale n.1/2012 ha introdotto il principio del pareggio di bilancio in Costituzione. Questo significa che ogni anno lo Stato italiano deve spendere unicamente quanto incassa. Un principio sbagliato che impedisce allo stato di fronteggiare le crisi economiche e di agire per garantire occupazione e diritti sociali.

Arci Jesi-Fabriano invita tutti i cittadini di Jesi a firmare la proposta di Legge di iniziativa popolare che elimina il pareggio di bilancio dalla Costituzione, presso la Segreteria Generale del Comune di Jesi, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13, e il giovedì dalle 15 alle 18.

Perché eliminare il pareggio di bilancio
Il pareggio di bilancio è sbagliato da ogni punto di vista. Inserire addirittura in Costituzione l’impossibilità di indebitarsi durante una fase recessiva per poi diminuire il debito nella successiva fase espansiva, significa privare i governi di uno dei più efficaci strumenti di politica economica a loro disposizione.

Gli obiettivi della campagna
L’obiettivo delle scelte politiche deve essere il benessere e il pieno riconoscimento dei diritti delle persone. Chiediamo una firma contro politiche di austerità disastrose. Non solo per rimediare a una fallimentare modifica della nostra Costituzione, ma per cambiare le attuali politiche europee e per la costruzione di un diverso modello europeo.

Cosa posso fare io?
Il tuo sostegno è determinante in diversi modi. In primo luogo, ovviamente, ti invitiamo a firmare la proposta di Legge di iniziativa popolare. È poi fondamentale parlare della proposta e farla conoscere, fare girare il link con il sito della campagna tra amici, blog, social network e altro.

Maggiori informazioni su: www.colpareggiociperdi.it

volantino

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Arci JF News #110

È uscita Arci JF News #110 – 10 ottobre 2014, la newsletter numero 110 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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Arci JF News (108)

È uscita Arci JF News (108) – 26 settembre 2014, la newsletter numero 108 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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Arci JF News (107)

È uscita Arci JF News (107) – 19 settembre 2014, la newsletter numero 107 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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Arci JF News (105)

È uscita Arci JF News (105) – 5 settembre 2014, la newsletter numero 105 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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Arci JF News (100) – 4 luglio 2014

È uscita Arci JF News (100) – 4 luglio 2014, la newsletter numero 100 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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Arci JF News (99) – 27 giugno 2014

È uscita Arci JF News (99) – 27 giugno 2014, la newsletter numero 99 di Arci Jesi-Fabriano con i prossimi eventi Arci in zona e le notizie dall’Arci nazionale.

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