di Tullio Bugari
Si può condividere il racconto duro e drammatico della fuga di un richiedente asilo, tra il Sahara e il Mediterraneo, alternando la lettura dei brani al ritmo di un percussionista senegalese, che coinvolge tutti dietro al suo canto vivo e liberatorio, senza che ci sia contrasto tra il dramma dell’esperienza rievocata, da far conoscere, e il divertimento dell’esperienza presente della festa, che ci fa star bene insieme?
Evidentemente sì.
L’abbiamo sperimentato alla festa di domenica scorsa, “Gente in cammino”, promossa dal Circolo Shambhala con la collaborazione dell’Arci Jesi-Fabriano, e alla quale hanno partecipato le ospiti e glioperatori del progetto di accoglienza Sprar di Chiaravalle (gestito dall’Arci Ancona). All’inizio è stata letta la lettera del Sindaco di Lampedusa, poi sono stati letti alcuni brani dal racconto di viaggio di un ragazzo eritreo, con gli intermezzi musicali di Khadim Thioune, e poi gli interventi delle altre associazioni che hanno collaborato.
La festa è proseguita con la musica di Khadim e le danze da lui guidate, con una cena araba e specialità anche di altri paesi preparate dalle ospiti del centro di accoglienza, e poi le discussioni, gli scambi e i racconti reciproci tra tutti i partecipanti.
Ecco uno dei brani, tratti dal racconto del viaggio, che è stato letto:
“Il viaggio in mare è stato molto difficile, anche se era luglio. Si può viaggiare solo d’estate perché le barche sono piccolissime e sono scoperte, e quindi d’inverno sarebbe troppo freddo, anche se molti partono in qualsiasi stagione, appena hanno la possibilità di partire.
Le cose che avevamo portato per mangiare e bere erano sufficienti soltanto per due giorni, perché quando parti ti dicono che il viaggio è breve e si arriva dopo 12 ore, così non ti porti quasi nulla. Ma non è vero, il viaggio è più lungo. Abbiamo finito tutto il pane e l’acqua dopo due giorni e possiamo dire di essere stati fortunati a restare in mare soltanto 5 giorni. Ci sono barche che restano disperse in mare anche 8 o 10 giorni o ancora di più, e così molti muoiono di fame e di sete, dopo aver fatto tanta strada a piedi o con i pulmini in mezzo al deserto o essere stati in prigione pur di arrivare in Europa.
Ci sono anche barche intere che spariscono nel nulla, affondano e non si riesce più nemmeno a sapere come siano morti o scomparsi. Si sa soltanto che sono partiti e non sono mai arrivati sull’altra sponda. Ci sono tanti episodi di cui si continua a parlare, anche per mesi, senza riuscire a sapere nulla. Spesso sono persone che conosciamo personalmente, con cui siamo partiti insieme dal paese o che abbiamo conosciuto durante il viaggio, con cui abbiamo diviso i disagi. Altre volte sono amici o parenti di nostri amici. Qualche volta se ne parla su qualche giornale, altre volte nemmeno si sa nulla di preciso.
Sulla nostra barca invece è morto un ragazzo nigeriano. Stava male ed è morto, in mezzo a noi, senza che noi potessimo fare nulla. Noi eravamo 25 persone: 8 o 9 nigeriani, 10 eritrei e 5 o 6 etiopi e questo ragazzo ghanese che ha preso il posto del pilota. C’erano anche alcune donne sulla barca, due nigeriane e tre eritree. Con una bambina di 3 mesi: mamma mia quella bambina… stava piangendo quando è arrivata, però per fortuna gli è andata bene.
Noi siamo arrivati grazie a questo ragazzo ghanese di diciassette anni. Lui non era mai stato in Sicilia e non aveva mai attraversato quel mare però avevamo una carta e una bussola, e così di giorno guardavamo il sole e di notte le stelle.
Sembra incredibile eppure è proprio così che abbiamo viaggiato e trovato la nostra via in mezzo al mare.
Quel ragazzo è stato bravissimo, durante quei 5 giorni non ha mai dormito, un giorno ha anche pianto, c’era il mare mosso, lui diceva “basta, la nostra vita è finita”, eravamo tutti impauriti e stavamo pregando con lui. Io faccio fatica ancora oggi a credere che cosa ho passato e come abbiamo fatto ad attraversare il mare, la barca era piccolissima e bassa e mi sembra ancora impossibile che siamo riusciti ad arrivare.”
Le altre foto della serata trascorsa insieme: www.flickr.com/photos/tulliobugari/sets/72157632271315942/show/
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