Arci Jesi-Fabriano

COMUNICATO

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«L’ARCI Marche esprime il proprio sgomento e dolore per la morte di Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, ammazzato di botte da due cosiddetti “cittadini italiani”, noti da tempo alle forze dell’ordine come ultras ed elementi della “destra” fascista.

Il pretesto dell’aggressore per scatenare la violenza, è stata la replica di Emmanuel ad insulti razzisti nei confronti di sua moglie Chinyery. Fuggita con lui da Boko Haram nel settembre scorso, Chinyery ha deciso di donare gli organi di Emmanuel, una risposta generosa che non si è potuta compiere per la mancanza dei documenti necessari. Emmanuel e Chinyery erano rifugiati ospiti presso il seminario arcivescovile di Fermo.

Un crimine d’odio che ricorda quanto accaduto a Firenze nel dicembre 2011, quando Gianluca Casseri, 50enne con frequentazioni nella destra fascista, uccise a colpi di pistola i due senegalesi Samb Modou e Diop Mor.

Le aggressioni e le discriminazioni, sia fisiche che verbali, che nel nostro paese sono all’ordine del giorno, devono finire. Chi fugge da guerre e disperazione ha diritto ad essere accolto e a costruirsi un futuro migliore. Di sicuro non può venire a trovare la morte.

Emmanuel e Chimiary sono nostri fratelli e compagni, vittime delle persecuzioni e delle guerre civili nel loro paese, vittime della violenza fascista e razzista in Italia.

ARCI Marche aderisce alla manifestazione contro il razzismo indetta dai sindacati per martedì 12 a Fermo e si rende disponibile ad aprire un dialogo e confronto a tutto campo con tutte le associazioni, organizzazione e istituzioni per mettere in campo tutte le iniziative utili a superare questa involuzione della convivenza civile.»

Tullio Bugari, referente Area sociale ARCI Marche

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